Primavera
Fioritura
La Fioritura, cioè la produzione dei fiori, nell’albero di pistacchio precede l’emissione di foglie. Solitamente comincia a fine marzo/primi di aprile e a metà aprile in base alla latitudine. La fioritura è caratterizzata da proterandria: avviene prima la maturazione dei fiori maschili (antere), e dopo quella dei fiori femminili (ovulo). Le piante maschili fioriscono ad aprile, mentre quelle femminili ad aprile inoltrato/inizio maggio. L’impollinazione è anemofila, cioè dovuta all’azione del vento. La fecondazione avviene nelle 24-48 ore successive all’impollinazione e solitamente solo un tubetto pollinico (tubo contenente i gameti maschili) raggiunge l’ovulo (femminile) e una volta giunto, si apre. Avviene così la fusione sia della cellula uovo (aploide) che del nucleo endospermico (diploide) con i due nuclei spermatici (aploidi), con formazione dello zigote che originerà un embrione e dell’endosperma (triploide), che verrà assorbito nei cotiledoni (cioè foglie embrionali con funzione di nutrimento).




La formazione del frutto avviene rapidamente, con o senza fecondazione, e i piccoli frutti si osservano già dopo 5-7 giorni dalla fioritura. Lo sviluppo del frutto si articola in tre fasi:
- La prima fase inizia dalla settimana che segue la fioritura, quando l’accrescimento del frutto è molto ridotto. Qui avviene un rapido sviluppo dell’ovario fino all’inizio della lignificazione dell’endocarpo, tutto ciò si svolge nel mese di maggio.
- La seconda fase inizia sei settimane dopo la fioritura, quando l’ovario ha terminato il suo accrescimento rapido e continua lentamente a svilupparsi. In questo periodo avviene lo sviluppo del seme, che inizia dalla fine di maggio fino alla metà di luglio o alla fine di agosto (in base alle cultivar) e avviene l’apertura del guscio chiamata deiscenza.
- Durante la terza fase, la parte più esterna del mallo, l’epicarpo, cambia colore e i frutti partenocarpici cadono. L’accrescimento del frutto è minimo e le sue dimensioni rimangono invariate. Il peso continua ad aumentare grazie allo sviluppo del seme che raggiunge il suo massimo accrescimento (piena maturazione). Esso che è la parte commestibile, è composto da due valve, dal tipico colore verde, avvolte da una sottile pellicola colorata rosso violaceo o nero verdastro.
De-gemmazione
La de-gemmazione del pistacchio (“luvari l’occhi”), si effettua nel periodo finale della primavera cioè maggio o giugno nell’annata di scarica ovvero, essendo una pianta a produzione biennale, nelle annate in cui la produzione dei frutti si arresta. Essa è una tradizione probabilmente risalente alla dominazione araba, si tramanda di padre in figlio senza soluzione di continuità. I tagli interessano soprattutto le gemme a frutto che devono essere eliminate del tutto (le gemme in fase di crescita vengono tolte a mano). Tale procedura consente di accentuare la naturale alternanza della specie, stimolerà una produzione più abbondante nell’anno “di carica” e, inoltre, da dei vantaggi nella difesa fitosanitaria. In particolare l’assenza di frutti negli anni “di scarica”, favorisce il controllo demografico dell’Imenottero Torimide, Megastigmus pistaciae Walker, noto come Verme del pistacchio, che è uno dei più importanti fitofagi chiave della coltura.










Altre pratiche che vengono effettuate nel periodo primaverile sono:
- La rimozione di eventuali polloni (ramo originato per lo più da gemma avventizia di piante in genere legnose) che si formano alla base della pianta.
- La rimozione dei succhioni (germoglio, in una pianta legnosa, che origina da una gemma latente) che si formano sulle ramificazioni e sulle branche principali per evitare che sottraggano energia alle ramificazioni che portano i frutti.
- L’innesto a scudo o scudetto, anche detto innesto a gemma, delle piante di pistacchio.
- La pulizia del terreno dalle erbe infestanti mediante decespugliamento.
Principali parassiti
La tignola delle foglie del pistacchio Adrasteia Humeralis, è un lepidottero che ha due generazioni l anno: la prima si svolge sul pistacchio. Le sue larve si nutrono a spese dei giovani germogli, ripiegando le foglie con fili sericei (simili alla seta) e poi divorandoli. Passano poi a divorare i frutticini. A fine maggio si completa la prima generazione e ai primi di giugno sfarfallano gli adulti che migrano sulle piante di quercia dove danno inizio alla seconda generazione, i cui adulti torneranno nella primavera successiva sul pistacchio. I danni prodotti da questo insetto possono essere molto gravi in quanto possono provocare una quasi completa defogliazione della pianta e la cascola dei frutticini. L’infestazione è più grave in vicinanza di piante di quercia.
La cocciniglia, è un insetto fitofago (che si nutrono di piante e delle loro parti) è uno stretto parente degli afidi appartenente all’ordine dei Rhynchota o Rincoti e alla famiglia Coccoidea. Questo insetto si riproduce prevalentemente per via sessuale attraverso la produzione di uova e si nutre della linfa delle piante. Le cocciniglie si distinguono per un apparato boccale appuntito e succhiante che tende a catturare la linfa delle piante ospiti. Questa caratteristica morfologia è presente, però, solo nelle femmine, poiché i maschi, ne sono sprovvisti. Il maschio della cocciniglia, infatti, ha vita breve e viene utilizzato solo per fini riproduttivi. Le cocciniglie sono degli insetti di piccolissime dimensioni, in genere raggiungono solo pochi millimetri. I maschi sono di dimensioni inferiori alle femmine e sono dotati di zampe e di ali, mentre le femmine sono attere (senza ali) L’infezione da cocciniglia provoca l’ingiallimento, la comparsa di macchie e il raggrinzimento del fogliame, inoltre produce la melata, una sostanza zuccherina che attira parassiti e funghi.







Negli anni di produzione (“di carica”), le sue infestazioni possono interessare elevate percentuali di frutti. Invece in quelli non di produzione (“di scarica”), il Torimide, riesce a mantenere sufficienti livelli di popolazione, soprattutto grazie ai pochi frutti presenti. Inoltre, esigue percentuali di larve rimangono in diapausa (fase di arresto spontaneo dello sviluppo di alcuni animali in cui l’organismo è inattivo, non si alimenta e non si muove) per un anno, svolgendo in tal modo, una generazione ogni due anni. La de-gemmazione, ha ostacolato l’insediamento, nella zona etnea, dell’Imenottero Euritomide Eurytoma plotnikovi Nik., riscontrato in pistacchieti dell’agrigentino nei quali tale pratica non viene effettuata. L’Euritomide svolge una generazione annua e sverna da larva matura nei frutti rimasti sulla pianta, in quelli caduti al suolo o in magazzino. Dal punto di vista fitosanitario, quindi, la de-gemmazione è estremamente importante poiché, oltre a tenere sotto controllo le infestazioni del Megastigmo, senza il ricorso a specifici trattamenti insetticidi, spesso poco efficaci, ha finora concorso a ostacolare l’insediamento della pericolosa esotica Euritoma nella zona di produzione del Pistacchio verde di Bronte D.O.P.